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Gli scienziati confermano l'esistenza dell'ununquadio
Scritto da PubbliScienze Sabato 26 Settembre 2009 17:13
I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory in California, Stati Uniti, hanno confermato l'esistenza dell'elemento ultrapesante ununquadio (simbolo: Uuq; numero atomico: 114) dieci anni dopo la sua prima osservazione da parte degli scienziati russi. L'ununquadio, contenente 114 protoni, è il più pesante elemento fino ad ora rilevato e può essere considerato un altro passo avanti verso la teoria dell'isola della stabilità, secondo cui alcuni isotopi di alcuni elementi particolarmente stabili e con un numero particolare di protoni e neutroni dovrebbero essere molto più stabili di altri, e con un tempo di decadimento molto più lungo.
L'elemento venne rilevato per la prima volta nel 1998 presso l'Istituto di ricerca nucleare (Объединённый институт ядерных исследований, ОИЯИ) di Dubna in Russia, quando un bersaglio di plutonio è stato bombardato con ioni di calcio accelerati in un ciclotrone. Fino ad ora, fatto inusuale per questo tipo di scoperte, nessun altro gruppo di ricerca era stato in grado di confermare i risultati degli scienziati russi.
L'esperimento è stato eseguito per otto giorni quasi di continuo e solo due nuclei dell'elemento 114 sono stati rilevati durante questo tempo. In entrambi i casi si sono rilevati 114 protoni, ma un isotopo aveva 172 neutroni e l'altro 173. Entrambi gli isotopi dell'elemento 114 sono decaduti diventando in meno di un secondo copernicio (simbolo: Cn; numero atomico; 112).
Riferimenti
- "Superheavy Element 114 Confirmed: A Stepping Stone to the Island of Stability" – Lawrence Berkeley National Laboratory, 4 settembre 2009
- "Superheavy 114 element experiment proved" – RT (TV network), 25 settembre 2009
- Thomas H. Maugh II "Lawrence Berkeley scientists confirm element 114 finding" – Los Angeles Times, 25 settembre 2009
- "Scientists confirm new superheavy element" – Wikinews, 26 settembre 2009 (in inglese)
Supercomputer canadese in funzione
Scritto da PubbliScienze Venerdì 19 Giugno 2009 00:00
Il consorzio SciNet formato dalla Università di Toronto e da quattro ospedali affiliati dell'Ontario sono da ieri collegati con un supercomputer IBM System x iDataPlex.
Questo supercomputer è ora il più veloce al di fuori degli Stati Uniti, la più grande installazione IBM al mondo basata su processori Intel, ed il dodicesimo più potente a livello globale. Sarà usato per ricerche nei più diversi campi tra cui quelli aerospaziale, astrofisica, genetica, bioinformatica, chimica fisica, immagini mediche e analisi del cambiamento climatico, oltre che per altre operazioni di calcolo altamente intensivo.
Il supercomputer, costato circa 50 milioni di dollari canadesi (circa 32 milioni di Euro), è in grado di eseguire 300.000 miliardi di calcoli al secondo e utilizza una quantità equivalente di energia elettrica che occorrerebbe a circa 4.000 abitazioni. Il supercomputer sarà raffreddato con un sistema di raffreddamento ad acqua, ma, quando la temperatura esterna scende sotto una certa soglia, viene utilizzata anche l'aria fredda esterna.
Il computer fornirà anche i calcoli per il Large Hadron Collider (LHC) che ha avviato i propri esperimenti preliminari il 10 settembre 2008 al CERN di Ginevra, in Svizzera. L'LHC produrrà collisioni particellari che simulano le condizioni esistenti poco dopo il BIg Bang. I risultati di tali collisioni ed i relativi dati verranno poi esaminati dal computer.
Riferimenti
- Joseph Hall "U of T supercomputer probes origins of the universe" – Toronto Sta, 18 giugno 2009 (in inglese)
- "University of Toronto's Supercomputer Goes Online Thursday" – AHN Media Corporation, 18 giugno 2009 (in inglese)
- "Toronto team completes Canada's most powerful supercomputer" – CBC.ca, 18 giugno 2009 (in inglese)
- "IBM Supercomputer at University of Toronto Is Canada's Most Powerful" – PR Newswire, 18 giugno 2009
- "Canada's supercomputer goes online" – Wikinews, 19 giugno 2009 (in inglese)
- "SciNet Consortium" – Wikipedia (in inglese)
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